
Un impianto all'avanguardia, visitato dai turisti e amato dai cittadini.
Quattro fermate della linea 4 collegano Schwedenplatz a Spittelau. Dieci minuti di corsa in metropolitana nelle viscere di Vienna e accanto al canale Danubio sono sufficienti a legare la cattedrale di Santo Stefano, cuore della vecchia città, al più straordinario impianto di smaltimento dei rifiuti che ci sia nell'Occidente ( un gemello più grande e più nuovo è stato costruito ad Osaka, in Giappone). La cupola dorata che svetta altissima sulla capitale del fu impero austroungarico sembra lo scrigno di un prezioso ristorante con vista panoramica, invece è solo la parte terminale di una struttura colorata, interrotta da miriadi di finestre ognuna diversa dall'altra, da cespugli e alberi che si arrampicano su una facciata bianca attraversata da linee blu e gialle. E' l'acciaio smaltato di giallo che rende preziosa la cupola, illuminata di notte da 1048 lampadine che trasformano un impianto industriale, da sempre oggetto di repulsione e di tensioni sociali, in un esempio di architettura fantastica, ma anche ecosostenibile; per giunta, visitato anche dai turisti.
Non a caso l'architetto, il visionario Friedensreich Hundertwasser, ha voluto che sul camino si rimettesse al proprio posto il nido dove ogni anno nascono tre piccoli falchi. Perchè il termovalorizzatore viennese tre anni tra ideazione e entrata in funzione è nato dalle ceneri di uno vecchio andato distrutto in un incendio, proprio come un'araba fenice che non teme di riprodursi da se stesso.
Del resto la tecnologia applicata ai rifiuti solidi urbani realizza ciò che cantava il poeta: dal letame nascono i fiori. Sono tre i termovalorizzatori di Vienna ( uno per i rifiuti speciali), un quarto è in costruzione perchè entro il 2008 si dovrà chiudere l'ultima discarica funzionante nella città che, con il suo milione e 800mila abitanti, ogni anno produce 900mila tonnellate di rifiuti solidi.
Nel 1987, quando a Spittelau quartiere a nord di Vienna andò distrutto il vecchio inceneritore, il sindaco Zilk decise di affidare ad Hundertwasser la realizzazione del termovalorizzatore ( all'epoca non c'era l'obbligo di gare d'appalto): sembrò un paradosso perchè l'architetto pittore era un noto ambientalista che solo qualche tempo prima aveva manifestato con decisione contro una centrale elettrica. Ma alla fine, dopo attenti studi sulle tecnologie e sui processi industriali, Hundertwasser decise di accettare l'incarico e si lanciò nell'impresa di realizzare quella che definì « un'opera d'amore » per la sua città e per questo senza compenso alcuno.
Gli abitanti del quartiere, che pure avevano protestato contro un nuovo impianto che temevano inquinante, furono in un certo senso « garantiti » dalla prestigiosa firma « verde » e coloro che continuarono ad avere perplessità oggi, a distanza di quindici anni, convivono con il termovalorizzatore, infinitamente più « bello » della pur avvenieristica stazione della metropolitana costruita lì di fronte. Quando si esce dalla stazione, incamminandosi verso il polo universitario che dista pochi metri, o verso i grandi e moderni palazzi di una periferia che è davvero all'interno della città e lungo il canale, più centrale rispetto al celebre Grinzing delle stube e osterie raccontato da tanta letteratura, quando si esce dalla stazione si avvertono gli odori forti prodotti dai rifiuti bruciati, ma giusto nei pressi immediati dell'impianto. Spittelau, dunque, non soffre per la
montagna di immondizia bruciata dopo accurata selezione ( ma oggi, dopo attenti studi, si divide solo la plastica che contiene acqua, gli altri contenitori vengono mescolati alla frazione umida dei rifiuti, perchè non può essere riciclata) e può controllare in ogni momento, anche su internet, il livello e la qualità di emissioni misurate secondo parametri europei. Sapere che da una tonnellata di rifiuti solo 900 grammi di polveri finiranno in discarica ( oggi in quella cittadina, fra due anni in miniere dismesse di salgemma), senza ripercussioni per la salute o la qualità dell'aria è un risultato ritenuto da tutti straordinario. Se poi si aggiunge che l'acqua utilizzata nel « lavaggio » delle emissioni ( prima trattate con un sistema elettrolitico, mentre le particelle più sottili vengono filtrate), una volta depurata è incanalata verso il sistema di riscaldamento delle abitazioni e soprattutto del vicino ospedale il più grande di Vienna è evidente che i vantaggi si moltiplicano. Funziona 24 ore su 24 il termovalorizzatore di Spittelau racconta Ernst Schauer, attraverso la gentile interprete Helga Poechheim e perchè vada a pieno regime è sufficiente una dozzina di persone e un sistema di controllo totalmente computerizzato. Il cubo bianco che custodisce il cuore pulsante del grande forno è come un asettico inferno a compartimenti stagni, dove le lingue di fuoco ( si raggiungono anche i 1200 gradi, ma non si può scendere mai sotto gli 800) in un istante distruggono ciò che scartiamo dalla nostra vita quotidiana e che si riversa in un pozzo enorme, nelle cui oscenità si può spiare attraverso vetri a prova d'odore. Questo è il dentro. Il fuori è lo straordinario « giocattolo » che Hundertwasser ha voluto regalare a Vienna, mettendoci come firma il suo cappello, letteralmente: su una terrazza è stato replicato il coloratissimo copricapo utilizzato dall'architetto.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno R. Lampugnani
Ma gli Austriaci, i Giapponesi, e gli altri popoli europei sono notoriamente dei sottosviluppati che non tengono, ne alla loro salute, ne a quella dei propri figli. Gli unici intelligenti siamo noi itagliani, senza nucleare e con pochi termovalorizzatori. Gli unici intelligenti. E gli altri ancora non hanno capito un ca##o. W l'itaglia, W l'itagliani!!
RispondiEliminaSESTO FIORENTINO (FI)
RispondiEliminaUltimato lo studio per l'inserimento paesaggistico del termovalorizzatore.
Presentazione pubblica lunedì alle 21 a Villa San Lorenzo (via Scardassieri 47).
Il progetto per l'inserimento visivo e paesaggistico dell'impianto di termovalorizzazione di Sesto Fiorentino sarà presentato pubblicamente lunedì 20 aprile alle ore 21 a Villa San Lorenzo al Prato (via Scardassieri 47). Il programma della serata prevede i saluti del presidente dell'Ato6 Riccardo Gabellini e la presentazione del progetto, a cura del coordinatore dello stesso, Andrea Sbandati. A seguire, Nicholas Themelis della Columbia University parlerà delle tendenze in atto della costruzione dei termovalorizzatori. Gli aspetti e le linee guida per l'inserimento visivo e paesaggistico dell'impianto di Sesto Fiorentino sono invece affidate al professor Giampiero Alfarano e all'architetto Duccio Brunelli dell'Università di Firenze, e ad Andreas Kipar dell'Università di Genova. Concluderanno l'incontro il sindaco Gianni Gianassi e l'assessore regionale all'urbanistica Riccardo Conti.
Viva la produzione di energia con la spazzatura.
RispondiEliminaSullo stesso argomento, suggerisco anche la lettura di ciò che ho scritto nel mio blog il 29 ottobre 2010:
RispondiEliminahttp://diblas-udine.blogautore.repubblica.it/2010/10/29/camera-con-vista-sullinceneritore-di-spittelau/